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Certificare il rischio. ISDP©10003: la nuova grammatica della privacy

La certificazione GDPR non è più un’opzione decorativa: è la prova concreta che un titolare o un responsabile, sa trattare i dati personali con metodo, trasparenza e controllo.

La certificazione GDPR è oggi uno degli strumenti più efficaci per tradurre principi astratti in garanzie verificabili: non solo un timbro, ma un linguaggio condiviso tra imprese, autorità e cittadini.

Lo schema ISDP©10003:2024 si inserisce in questa dinamica come uno strumento operativo avanzato, basato su normative europee e standard internazionali, in grado di consolidare la governance privacy su base dimostrabile e certificabile.

Una grammatica trasversale per governare la complessità normativa. ISDP©10003 nasce proprio con questo obiettivo: aiutare titolari e responsabili a dare forma e coerenza alla propria governance.

LA CERTIFICAZIONE COME ARCHITETTURA DI AFFIDABILITÀ

La certificazione prevista dall’art. 42 GDPR è un meccanismo volontario, che non solleva il titolare da responsabilità, ma costituisce una leva potentissima per dimostrare trasparenza, maturità organizzativa e rispetto sostanziale delle norme. Le Linee Guida EDPB 1/2018 e 4/2018, insieme alla norma ISO/IEC 17065, definiscono le regole tecniche e procedurali per garantire imparzialità e rigore nelle attività di audit e valutazione.

Ma è la ISO/IEC 17067 a introdurre una prospettiva cruciale: la differenza tra schema di certificazione di tipo 1 (basato su una verifica una tantum) e schema di tipo 5 (che implica sorveglianza continua, audit periodici e prove oggettive di mantenimento della conformità). ISDP©10003 si avvicina, nei suoi requisiti operativi, a questo secondo modello, assicurando una certificazione dinamica e fondata su elementi oggettivi.

ISDP10003: LA CERTIFICAZIONE CHE INCORPORA IL RISCHIO

Lo schema ISDP©10003 adotta una struttura modulare: l’Allegato TOE consente di definire con precisione l’oggetto della certificazione (il cosiddetto Target of Evaluation), mentre l’Allegato A elenca i criteri da rispettare, suddivisi in sezioni, sottosezioni e controlli.

A rendere unico lo schema è l’adozione del metalinguaggio del rischio, cioè di un linguaggio trasversale e integrato che consente di connettere i requisiti di più normative – GDPR, ISO, NIS2, AI Act – secondo una logica comune basata sulla valutazione, gestione e documentazione del rischio. In questa prospettiva, l’audit non è un semplice controllo: è un processo epistemico, che misura il livello di comprensione e padronanza che l’organizzazione ha della propria esposizione normativa e operativa.

Pertanto con ISDP©10003 non si va a certificare semplicemente l’adempimento ma la comprensione profonda e sistemica del rischio, che si traduce in scelte consapevoli e coerenti.

ARTICOLO 25: LA PRIVACY BY DESIGN È CERTIFICABILE

Un punto qualificante del meccanismo ISDP©10003 è la certificabilità della protezione dei dati fin dalla progettazione e per impostazione predefinita, ai sensi dell’articolo 25 GDPR. Le Linee Guida EDPB 4/2019 chiariscono che la Data Protection by Design and by Default (DPbDD) è un obbligo giuridico pieno, che richiede l’attuazione di misure tecniche e organizzative fin dalla fase di concezione del trattamento.

ISDP©10003 dedica una sezione autonoma ai requisiti dell’art. 25, con criteri verificabili, attività di audit precise e riferimenti normativi espliciti. Non si tratta, quindi, di una valutazione generica o dichiarativa, ma di una vera certificazione del rispetto della privacy by design, con valore documentale, strategico e difensivo.

L’articolo 25, nell’ottica dello schema ISDP©10003, smette di essere un principio astratto e diventa un requisito tecnico certificabile. Un vero e proprio cambio di paradigma destinato a segnare il futuro delle valutazioni GDPR.

GOVERNARE LA CONFORMITÀ, NON SUBIRLA

La certificazione ISDP10003 rappresenta oggi il punto d’incontro tra GDPR, ISO e nuova regolazione europea. Si propone come un sistema di qualità adattabile a ogni settore e capace di valorizzare il trattamento dati come asset strategico, non come semplice obbligo.

Laddove si moltiplicano norme, standard e accountability layers, solo chi padroneggia il metalinguaggio del rischio potrà costruire un sistema solido, sostenibile e riconosciuto.

Governare la conformità è un atto di consapevolezza. E la consapevolezza si certifica.

 

Riccardo Giannetti Chairman Inveo Group

Per il N.2 2025 di Privacy News